Garry Winogrand è stato un fotografo statunitense. Winogrand scattava con una Leica M4 35mm a telemetro, con lenti grandangolari e messa a fuoco manuale. Il soggetto principale delle fotografie di Winogrand fu la capacità dello stile di vita americano di esistere in situazioni insolite o talmente difficili da poterne sopravvivere soltanto ignorandole. La fotografia di Winogrand era una sofisticata osservazione casuale della vita quotidiana fatta di esposizioni inclinate e giochi di parole visivi. Lui stesso diceva: "Io fotografo per vedere come sono le cose dopo che sono state fotografate."Il suo approccio originale è frutto di un'acuta capacità di osservazione del comportamento umano unita a rapidità istintiva e a uno sguardo ironico e libero. Riconosciuto quale indiscusso protagonista della street photography, Winogrand ha sempre rifiutato qualsiasi tipo di categorizzazione sostenendo di essere semplicemente un fotografo e di essere spinto dalla curiosità di scoprire come, ad ogni scatto, la fotografia sottoponga la realtà ad un inevitabile processo di trasformazione. Winogrand si affida al proprio istinto e al potere della fotografia di vedere più di quanto possa fare l'occhio umano. Winogrand credeva che per descrivere uno stato d'animo, in fotografia, bisognasse cogliere l'attimo, amò di conseguenza anche lo stile di Henri Cartier-Bresson per la mancanza di progettazione del soggetto. Dal 1960 in poi, Winogrand portò avanti un meraviglioso lavoro di reportage sulla società americana, scattando un numero incredibilmente alto di fotografie nei luoghi di quotidiana frequentazione cittadina. Si recò spesso in giro per New York, con l'amico Lee Friedlander, per immortalare scene di vita vissuta. Accompagnò questa fervente passione al costante lavoro di giornalista freelance. Alla sua morte, avvenuta nel 1984 all'età di 56 anni a causa di un tumore alla colecisti, lasciò inedito un enorme archivio di 300.000 immagini, molte delle quali mai sviluppate. Alcune di queste vennero raccolte, esposte e pubblicate dal MOMA in un volume dal titolo Winogrand, Figments from the Real World.