lunedì 29 luglio 2013

L'Occhio di ...- Annie Griffiths

Tra le prime fotoreporter donne di National Geographic, Annie Griffiths ha fotografato in quasi 150 paesi nel corso della sua illustre carriera. In aggiunta al suo lavoro  per la rivista, Annie è profondamente impegnata a fotografare per le organizzazioni umanitarie di tutto il mondo. Lei è il direttore esecutivo di Ripple Effect immagini, un collettivo di fotografi che documentano i programmi che sono l'empowerment delle donne e delle ragazze in tutto il mondo in via di sviluppo, soprattutto perché hanno a che fare con gli effetti devastanti del cambiamento climatico. La Griffiths è  particolarmente famosa per i  ritratti che sanno cogliere gli aspetti più intimi delle persone.  Annie è conosciuta anche per il suo calore, e per la sua capacità di creare velocemente fotografie che umanizzano diverse situazioni e culture. Racconta spesso delle lunghe ore trascorse a cercar di fare uscire dal guscio le persone più timide. Questo tirocinio le ha fatto acquistare l'esperienza e l'abilità necessaria che qualsiasi fotoreporter dovrebbe acquisire nell'approccio giusto con la gente, con le realtà che si vogliono raccontare attraverso le immagini. La fotografia è l'ultimo tassello di un puzzle fatto di intensità emotiva, saldamente intrecciato alla fiducia e ai rapporti umani. Un buon reportage non può prescindere da questo. Annie Griffits ha pubblicato numerosi libri fotogiornalistici e le sue fotografie sono state esposte nelle principali città del mondo. Essa è fondatrice di HotPink, un'associazione di fotogiornaliste che documenta l'andamento dei programmi di sostegno alle donne dei paesi in via di sviluppo.










lunedì 22 luglio 2013

L'Occhio di ...- Berenice Abbott

Berenice Abbott è stata una fotografa statunitense.
L'interesse della Abbott per la fotografia nacque nel 1923, quando Man Ray, che era alla ricerca di qualcuno che non sapesse assolutamente niente di fotografia e facesse quindi solo quello che gli veniva detto, la assunse come assistente alla camera oscura nel suo studio di Montparnasse. In seguito la Abbott scrisse: "Mi avvicinai alla fotografia come un'anatra si avvicina all'acqua. Non ho mai voluto fare niente altro." Ray rimase impressionato dai suoi lavori e le permise di usare il suo studio. Nel 1926 la Abbott tenne la sua prima mostra personale e avviò un suo studio, in Rue du Bac. Dopo un breve periodo passato a studiare fotografia a Berlino, fece ritorno a Parigi nel 1927 e avviò un secondo studio, in Rue Servandoni. Le sue realizzazioni nel mondo della fotografia sono uniche e di ampio respiro. Come fotografa, la Abbott ha dato importanti contributi all'arte del ritratto, alla fotografia documentaria e alla fotografia scientifica. Nel 1925 venne introdotta da Man Ray alla fotografia del fotografo francese Eugène Atget. Divenne così una grande ammiratrice delle opere di Atget, più di quanto lo fossero Ray e la sua cerchia, e nel 1927 riuscì a convincerlo a posare per un ritratto. Atget morì poco tempo dopo. Come archivista, la Abbot mantenne e promosse il lavoro di Eugène Atget per quasi 40 anni.  Fu una donna incredibile, era una fotografa ma allo stesso tempo era anche un insegnante, un inventrice e un importante teorica della fotografia.  La fotografia scientifica la portò a sviluppare nuove apparecchiature fotografiche, metodi di illuminazione e tecniche. Le sue fotografie scientifiche furono utilizzate per le illustrazioni dei libri di testo scolastici. La fotografia della Abbott si può dividere in tre distinti periodi: autoritratti, New York e la fotografia scientifica.








lunedì 15 luglio 2013

L'Occhio di... - Mario Giacomelli

 “Per me che uso la macchina fotografica è interessante uscire dal piano orizzontale della realtà, avere la possibilità di un dialogo stimolante perché le immagini abbiano un respiro irripetibile.
Riscrivere le cose cambiando il segno, la conoscenza abituale dell’oggetto, dare alla fotografia una pulsazione emozionale tutta nuova.
Il linguaggio diventa traccia, necessità, spirito dove la forma si sprigiona non dall’esterno, ma dall’interno in un processo creativo.
Lo sfocato, il mosso, la grana, il bianco mangiato, il nero chiuso sono come esplosione del pensiero che dà durata all'immagine perché si spiritualizzi in armonia con la materia, con la realtà, per documentare  l’interiorità, il dramma della vita.
Nelle mie foto vorrei che ci fosse una tensione tra luce e neri ripetuta fino a significare.
Prima di ogni scatto c’è uno scambio silenzioso tra oggetto e anima, c’è un accordo perché la realtà non esca come da una fotocopiatrice, ma venga bloccata in un tempo senza tempo per sviluppare all’infinito la poesia dello sguardo che è per me forma e segno dell’inconscio.
Il linguaggio è così la coscienza espressiva interna che ha accarezzato la realtà pur rimanendo fuori, è l’attimo originale, testimone di una realtà tutta mia, un prelievo fatto sotto la pelle dell’oggetto, guidato fuori dalle regole per una libertà che è anche allargamento alle possibilità del reale. ” 
Mario Giacomelli

 Mario Giacomelli ed è stato un tipografo, poeta, pittore e soprattutto fotografo italiano.
Giacomelli lavorò per tutta la vita nella "Tipografia Marchigiana" e si dedicò alla fotografia soltanto nel tempo libero e tutti i giorni dopo cena, fotografando inizialmente i dintorni di Senigallia. Dal provino, con una lente, individuava il punto interessante e lo andava ad ingrandire stampando poi un 30x40 cm. Le sue immagini sono molto importanti per tutta la storia della fotografia. Dopo il 1955, ma soprattutto dopo che il MOMA di New York acquistò la serie Scanno, nel 1963, acquisì grande fama in Italia e all'estero.
Nelle sue foto, sempre in bianco e nero, di cui curò personalmente la stampa fino a portare a galla i segni che lo interessano, la realtà viene trasfigurata in idee e sensazioni.
Il segno che ottenne nelle sue stampe è molto forte, i neri sono molto carichi, il forte contrasto porta a galla i grafismi, la grana è evidente. Le sue foto rappresentano un mondo ugualmente diviso tra amore e sofferenza sia che si tratti di paesaggi che di lavori a sfondo sociale. Il fotografo marchigiano ha fatto qualcosa di speciale, ha messo in scena i sogni, lo ha fatto con la sua vecchia macchina fotografica, sempre la stessa nel corso degli anni, tenuta assieme da pezzi di nastro adesivo.






giovedì 4 luglio 2013

FRAME CONCORSI - ESPRESSIONI DI DONNA

Tema: 
L'Associazione culturale "Orizzonti 2001", in collaborazione con il Comune di Ginosa, nel progetto "Contro la violenza sulle donne", indice un concorso fotografico ispirato al tema "Espressioni di donna". L'obiettivo è sensibilizzare sulla crescente violenza sulle donne e raccontare il sentimento degli artisti nei confronti di questa problematica. Possono partecipare tutti gli artisti italiani e stranieri che desiderosi di affrontare questo tema.

Scadenza: 10 settembre 2013
Sezioni: Unica
Costo: Iscrizione gratuita
Premio: €100,00 per ogni opera
Link: PER MAGGIORI INFO CLICCA QUI